Ansia da prestazione anche per le aziende

di Teresa Barone

4 Dicembre 2015 09:00

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Sfide e ostacoli che le aziende affrontano per garantire, e potenziare, la produttività in ufficio.

Quali sono le nuove sfide che le aziende devono affrontare per garantire la produttività in ufficio? Un recente studio promosso da Jabra, condotto su un campione 2.449 lavoratori di età compresa tra i 18 e i 65 e attivi in vari Paesi del mondo, focalizza l’attenzione sulle dinamiche che caratterizzano gli ambienti di lavoro e gli sforzi compiuti per garantire l’efficienza, ma anche sulle abitudini che, al contrario, limitano le performance dei dipendenti.

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L’indagine “Produttività in ufficio: le nuove sfide”, infatti, mette in evidenza come il 36% degli intervistati ritenga che le riunioni di lavoro limitino la produttività, mentre per il 46% sono i rumori a rappresentare la peggiore distrazione in ufficio. Un buon 28% si ritiene “irritato” dalle troppe email, sebbene il 78% preferisca questo canale di comunicazione al tradizionale telefono.

Secondo lo studio, inoltre, mette in luce una certa ansia da prestazione che coinvolge le stesse aziende, spesso incapaci di organizzare e ottimizzare al meglio il tempo effettivo di collaborazione dei lavoratori.

«La produttività – commenta Holger Reisinger, Senior Vice President di Jabra – è fondamentale per il successo e per restare competitivi. Ogni risorsa impiegata dovrebbe sfruttare ogni sua qualità e le sue migliori capacità a vantaggio dell’azienda, con processi e strumenti adatti a far sì che ciò accada. Nonostante molte aziende abbiano progettato spazi di lavoro per migliorare la cooperazione e investito nella tecnologia per rendere riunioni o call più semplici e user friendly, questo approccio non apporta il beneficio sperato. I manager hanno quindi bisogno di rivalutare le necessità dei loro lavoratori per assicurare la produttività del business.»

Ma quanto è importante la tecnologia per potenziare la produttività? Se il 36% dei lavoratori intervistati ha affermato di portarsi regolarmente il lavoro a casa, perché le ore trascorse in ufficio sembrano non bastare per portare a termine gli impegni, è anche vero che oggi si ricorre ai dispositivi tecnologici (lavagne digitali, speakerphone, programmi di project management, brainstorming) per velocizzare il lavoro. 

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«La vera sfida – conclude Reisinger – è quella di saper creare un equilibrio tra collaborazione e concentrazione. Finora sono stati fatti grandi passi per favorire maggior interazione e comunicazione tra i lavoratori, ma bisogna proseguire in questa direzione affinché non si perda tempo nell’utilizzo di supporti tecnologici inefficaci. Ecco perché uno spazio di lavoro consono che si adatti all’individuo, alla sua specificità e al suo ruolo è la nuova strada che un ambiente lavorativo realmente produttivo deve percorrere.»