Il mercato del lavoro si sta strutturando in maniera nuova, sempre più spesso sono le aziende stesse, grazie alla rete de contatti dei loro manager, a trovare le persone giuste per i ruoli vacanti. Ma in questo panorama non si riduce l’importanza degli head hunter, che fanno da raccordo tra aziende e professionisti.
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In particolare l’analisi condotta da Elan International riguarda il mondo dei private banker. Da essa risulta che il loro reclutamento, nel corso del 2015, è aumentato del 15%, con un gap tra la richiesta di questa figura e l’esistenza di talenti adeguati a colmarla. Per questo i cacciatori di talenti risultano importanti, permettendo ai private banker di conoscere a fondo l’azienda che li vorrebbe acquisire prima di andarne a fare parte.
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In un panorama del genere è necessario infatti trovare le giuste corrispondenze tra professionista ed azienda. L’aumento del numero dei competitor mette i private banker in una situazione di vantaggio. Tania Terrazzani, partner di Elan International, descrive la situazione «I modelli organizzativi dei contesti di private banking sono mediamente snelli, pertanto questa è una industria che non consente particolari percorsi di carriera. Poiché il mercato a propria volta richiede un portafoglio anche nel caso di profili manageriali, un manager (che sia team leader, responsabile di filiale, area manager…) dovrebbe comunque sempre preservare il contatto e la gestione diretta di clientela a fianco della dimensione di coordinamento (cosa peraltro possibile non in tutti i contesti)».