Riorganizzare una nuova impresa dalle ceneri della precedente è una pratica sempre più diffusa in Italia, ma anche creare una nuova impresa, più specializzata, come costola di un’altra realtà. Si tratta in ogni caso di imprese spin-off.
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Possono denominarsi tali anche quelle imprese che prendono vita dalla ricerca universitaria, caratterizzate quindi da un alto grado di specializzazione. Sono queste ultime in particolare ad essere caratterizzate da grande vitalità sul territorio italiano. Secondo i dati analizzati da Netval sono ben 1.243 gli spinoff presenti su territorio nazionale, di cui 412 attivi nel settore ICT, 308 nei servizi per l’innovazione, 245 in life science e 231 nel settore energia e ambiente. Eppure Andrea Piccaluga, presidente del Netval e docente alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa precisa «Il dato delle Ict va calando negli anni, mentre sono in crescita le start-up che ruotano attorno a medicine e biotecnologie».
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Le regioni in cui il fenomeno si presenta in dosi più massicce sono la Toscana, con il 12,6%, seguita dalla Lombardia, con il 9,7% e dal Piemonte, con il 9,6%. Le regioni con le percentuali più basse sono invece Valle d’Aosta, con 0,1% e Basilicata, con 0,6%.
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Il lato positivo di queste realtà è quello di dare un senso economico alle realtà accademiche, anche grazie all’aiuto di numerosi strumenti finanziari agevolativi miranti a sviluppare l’innovazione nel paese per migliorarne la competitività.