Trarre il maggior vantaggio possibile dalla gestione dei dati non è sempre facile, pur essendo una delle priorità in azienda. Il 2016 sarà l’anno della svolta in tale direzione, secondo la ricerca della Digital Innovation Academy del Politecnico di Milano, che ha coinvolto oltre 230 CIO delle principali imprese italiane, infatti gli investimenti nel settore Ict cresceranno ulteriormente.
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Per affrontare il cambiamento nel modo giusto si consiglia però di non attuare politiche fai da te, considerate rischiose anche nelle aziende che possono contare su risorse interne di alto livello. Se Gartner indica la fine del 2017 come il termine entro il quale le aziende potranno contare sulla gestione interna è pur vero che la data appare ancora lontana per chi sta iniziando ad utilizzare i Big Data adesso.
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Luca Rodolfi, responsabile della divisione di business intelligence di SB Italia, spiega che «le aziende si sono finalmente accorte del vantaggio competitivo raggiunto dai propri concorrenti che, per primi, hanno adottato processi decisionali che tengono conto dell’analisi dei dati. Nel 2016 la Business Intelligence inizierà a contagiare anche le PMI. E’ innegabile il vantaggio di chi imposta processi decisionali sulla base dell’analisi dei dati».
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Il cambiamento riguarderà dunque ogni livello, per questo è bene puntare da subito ad uno sviluppo concreto e tempestivo della Business Intelligence, affidandosi ad esperti del settore, con l’obiettivo però di diventare in breve tempi autonomi.