Cresce il ruolo dei Temporary Manager all’interno delle aziende nazionali, sia PMI sia imprese di grandi dimensioni, tanto che la presenza di questa figura nel mondo imprenditoriale ha subito un incremento passando dal 10% dl 1995 al 16% di oggi.
=> Temporary Export Manager anticrisi
Sono percentuali che si evincono dall’indagine promossa da Leading Network con la collaborazione di IIM – Institute of Interim Management e il sostegno di GIDP e Manageritalia. Una iniziativa guidata da Maurizio Quarta (Managing Partner di Temporary Management & Capital Advisors e presidente del gruppo internazionale Smw) e basata sulle risposte di 364 aziende.
Nonostante i passi in avanti per risollevarsi dalla crisi economica, la presenza dei TM in azienda continua a essere orientata verso lo sviluppo, la crescita e la ristrutturazione aziendale, ma anche verso l’internazionalizzazione, il passaggio generazionale e le tematiche di delocalizzazione.
Per quanto riguarda la durata degli incarichi, il 40% dei TM rimane attivo tra i 6 e i 12 mesi ma anche i progetti che si protraggono oltre i 24 mesi sono numerosi (25%), così come quelli di durata inferiore a 6 mesi. Tra le forme contrattuali prevale la collaborazione free lance con partita IVA seguita dal contratto come dirigente a tempo determinato.
Gli esiti della ricerca sono stati illustrati in occasione del convegno organizzato da AISL_O e Azimut, tenutosi il 4 febbraio. In merito al livello di soddisfazione delle aziende utilizzatrici, il report riferisce che risulta:
«positivo il parere nel 90% dei casi (di cui il 62% in area di forte positività) ed un picco assoluto del 100% nelle micro aziende. Necessita invece di una seria riflessione il non basso livello di insoddisfazione nella fascia 5-20 milioni, per lo più di aziende di natura familiare, che supera il 30%.»
Per approfondimenti: Indagine Leading Network .