Le risorse social rappresentano una fonte sempre più importante per trovare lavoro e candidati da assumere: se l’80% delle ricerche di impiego viene effettuato abitualmente online dai candidati, il 64% delle attività di selezione viene svolto online dai recruiters.
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Sono dati che si evincono dal Work Trends Study 2015 pubblicato e promosso da Adecco. Dal punto di vista dei responsabili delle risorse umane, i social network (LinkedIn in particolare) vengono sfruttati con precise finalità: cercare candidati “passivi”, che non sono attualmente attivi nella ricerca di lavoro ma che potrebbero rappresentare le risorse ideali per una data posizione (ha risposto così il 78,3% degli intervistati), verificare i Curriculum Vitae (75,5%), inserire annunci di lavoro (68,5%). In misura minore, i recruiters si rivolgono al mondo social per verificare la web reputation dei candidati e scoprire alcuni tratti della loro personalità.
Stando alle percentuali dell’indagine, il 35% dei recruiters ha escluso un candidato dal processo di recruiting dopo aver visualizzato i suoi profili social: nel 20% dei casi questa decisione è stata motivata dalla presenza di foto sconvenienti, per il 18,2% dal reperimento di informazioni non coerenti con il CV.
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E ancora, il 16% dei candidati è stato scartato perché ha “mostrato” caratteristiche personali poco apprezzate, l’11% perché ha condiviso commenti negativi sul datore di lavoro (attuale o precedente) e l’8,4% per aver postato contenuti discriminatori.