Nonostante la grande opportunità rappresentata dall’e-commerce le aziende italiane non riescono appieno ad utilizzarlo per incrementare l’esportazione.
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Il panorama, analizzato dall’Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano, si mostra quindi pieno di possibilità ma frenato da alcune difficoltà di tipo logistico. Nel dettaglio le principali barriere all’e-commerce sono identificate con l’incapacità di utilizzare in maniera fruttuosa i canali commerciali online (45%), con le difficoltà legate alla comunicazione (16%) e con le complessità di natura legale (16%).
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Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio Export, spiega «L’utilizzo dell”innovazione digitale per l’Export è un’opportunità per competere a livello internazionale ancora poco utilizzata dalle aziende italiane. La limitata diffusione dell’eCommerce a supporto dell’Export di prodotti è un segno evidente delle difficoltà delle nostre imprese nell’utilizzo del canale online che, se da un lato consente di ridurre le distanze col consumatore finale, dall’altro non elimina le difficoltà logistiche, normative e commerciali, oltre a quelle legate alla comunicazione e ai pagamenti. È necessario studiare le caratteristiche dei vari Paesi e dei settori per mettere a punto modelli di Export in grado di sbloccare il potenziale dei canali digitali».
Cina e Stati Uniti sono i paesi a cui si guarda, ma l’export si limita per ora al suolo europeo. A trainare l’esportazione sono i classici settori Made in Italy, vale a dire a moda, il cibo ed il design. Eppure le strategie digitali non sono del tutto sviluppate, basti pensare che solo l’1% esporta tramite una strategia online pura, mentre il 28% varia la propria strategia a seconda del Paese di destinazione e il 23% persegue costantemente una strategia multicanale.
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Le potenzialità però sono molte, considerato che negli ultimi anni la rilevanza dei mercati esteri è cresciuta, infatti il fatturato medio delle imprese italiane all’estero nel 2015 è cresciuto del 18% rispetto al 2010.