Per essere un manager competente sono molte le capacità da possedere, da quelle tecniche a quelle umane. Bisogna saper comunicare, sapersi fidare, delegare, pianificare e motivare, tra le altre cose. Per questo motivo molti manager tendono a non esplorare altri settori diversi da quelli in cui ci si è formati, perché dopo anni passati a raffinare le proprie competenze è un salto nel buio tentare una nuova strada.
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Ma il segreto per rimanere sempre competitivi è invece quello di mettersi sempre in gioco e tentare di andare oltre i propri limiti. In particolare ciò è valido per quanto riguarda i team manager, che hanno a che fare con un gruppo di persone costituito da individui con modi di sentire e di pensare diversi. Il team manager ideale dovrebbe essere capace di creare una squadra compatta ma senza tralasciare le diversità. Differenze di età, genere e attitudini non sono che una ricchezza. Ognuno può e deve dare il proprio contributo in massima libertà, avendo però ben chiaro l’obiettivo finale della squadra intera.
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In caso di difficoltà poi il tema manager deve saper individuare le ragioni dell’errore, analizzandolo con ogni membro e ricavandone una lezione utile per il futuro. Le capacità comunicative in questo senso contano molto. Infatti i momenti di tensione sono il banco di prova delle proprie capacità relazionali. Se un team manager è il punto di riferimento per la propria squadra però anche lui deve avere qualcuno a cui affidarsi, per questo il boss deve essere un occhio vigile a cui rivolgersi per avere uno sguardo esterno più lucido. Il boss non deve essere qualcuno da temere, ma qualcuno a cui chiedere aiuto per individuare la giusta direzione.
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In questo stato di cose le capacità tecniche risultano addirittura secondarie, perché sono le soft skills a fare la differenza e a rendere il lavoro più facile da affrontare ogni giorno.