Ammonta a 71,6 miliardi di euro il peso fiscale che grava sul comparto delle automotive in Italia, un carico di imposte che riguarda oltre 37 milioni di auto e 6,8 milioni di moto.
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A rivelarlo è l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre (con un’elaborazione basata su dati Anfia), sottolineando come la tassazione nel settore abbia raggiungo quote insostenibili superando di gran lunga quanto versato per la prima casa con la Tasi e quanto speso dalle imprese per l’Irap.
Se l’82% del totale di tasse riguarda l’utilizzo del parco circolante, il 9,5% fa riferimento all’acquisto e l’8,5% è inerente la tassa di possesso.
Per il carburante il prelievo fiscale è pari a più della metà del gettito globale, mentre l’IVA applicata sulla manutenzione e la riparazione corrisponde a 9,27 miliardi di euro. Per quanto riguarda il bollo auto, invece, ha portato alle casse delle regioni 6,1 miliardi di euro. La stessa CGIA interviene sull’ipotesi di cancellazione del bollo auto:
«In linea di principio – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – la proposta sembra allettante, anche se dai nostri conteggi questa misura, compensata con l’aumento dell’accisa di 0,16 euro al litro, avvantaggerebbe, in particolar modo, coloro che fanno pochi chilometri ed hanno un auto di grossa cilindrata. Mentre chi utilizza il mezzo per motivi professionali – come gli autotrasportatori, i taxisti, gli autonoleggiatori con conducente e gli agenti di commercio subirebbero un fortissimo danno economico.»