Dipendenti nocivi

di Francesca Vinciarelli

24 Maggio 2016 10:00

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Infiniti sono i dipendenti nel mondo, tutti differenti con i propri punti di forza e punti deboli, ci sono però delle categorie nocive, ecco quali.

Muoversi nel mondo del lavoro non è una preoccupazione limitata solo ai lavoratori, ma al contrario è una vera e propria battaglia anche per chi dirige. Il carattere e la propria personalità determinano comportamenti e atteggiamenti, che sul lavoro sono vari e molto diversi da lavoratore a lavoratore.

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La problematica non è però la differenza naturale tra i lavoratori, ma si parla di quei determinati lavoratori che rendono difficile l’andamento lavorativo, con determinati comportamenti e modi di fare. Questi tipi di lavoratori non rovinano solo l’ambiente lavorativo, ma creano confusione e disagi anche al business aziendale. Risolvere tale problema è fondamentale per non rischiare di trovarsi davanti a conseguenze irrecuperabili, per farlo però è essenziale conoscere i dipendenti nocivi.

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La lista fortunatamente non è eccessivamente lunga, si trovano il pasticcione, il perditempo, il martire, il mondano ed il sociopatico. I nomi spiegano già in maniera abbastanza ovvia la problematica che tali soggetti hanno su loro e sull’ambiente circostante. In tutto questo l’errore più comune è pensare che il danno non colpisca gli altri lavoratori, ma questo non è affatto vero, ad esempio essere affiancati da un lavoratore distratto o anche eccessivamento pettegolo, può trascinare all’imitazione di tale comportamento e portare ad un abbassamento di concentrazione e produttività.

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Quando ci si trova davanti a tali lavoratori è essenziale riuscire a risolvere il problema, aiutare e migliorare un lavoratore problematico è una grande vittoria per il lavoratore e per l’azienda. Sorvolare il problema con il tempo può rallentare il normale svolgimento lavorativo, abbassando la produttività, gli sviluppi del lavoro ed anche la credibilità dell’azienda.