CdA in rosa, aziende competitive e solide

di Teresa Barone

25 Maggio 2016 13:00

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Una maggiore presenza femminile ai vertici aziendali rappresenta un valore aggiunto: Aidda, Adaemme e Regione Veneto presentano progetto europeo.

La presenza femminile ai vertici aziendali è in grado di favorire competitività, sviluppo, solidità: lo sostiene da sempre Aidda (associazione nazionale delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda), che insieme ad Adaemme (federazione delle associazioni delle donne imprenditrici dei paesi del Mediterraneo) e alla Regione Veneto ha promosso il progetto comunitario “She decides, you succeed”, di cui sono stati resi noti gli esiti recentemente.

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Un’iniziativa alla quale hanno partecipato dieci grandi realtà imprenditoriali venete interessate a promuovere una maggiore presenza rosa e a confrontarsi su questo tema per individuare gap, strategie e sfide da superare.  Gli obiettivi del progetto sono stati illustrati dall’assessore regionale alla formazione, lavoro e alle pari opportunità:

«Abbiamo sostenuto questo progetto europeo perché crediamo che la questione delle pari opportunità nel mondo delle imprese debba essere affrontata con un approccio culturale e organico, promuovendo il primato femminile nel merito. Le dieci storie di imprese venete evidenziano che la presenza della donna nei quadri e nei vertici, ha introdotto, senza clamori, forme di conciliazione tra il tempo di lavoro e tempo di vita, flessibilità e attenzione verso il ruolo familiare, senso di appartenenza, valorizzazione delle relazioni interpersonali, incentivi alla produttività, investimenti nei percorsi di formazione e qualificazione. Tutti elementi di welfare aziendale che vogliamo valorizzare nella programmazione delle politiche regionali.»

Secondo Aidda-Afaemme, i molteplici studi condotti finora hanno dimostrato come la presenza di donne manager nei Consigli di Amministrazione rappresenti un valore aggiunto su più fronti: crescita, produttività e creatività aziendale. Numerosi i vantaggi anche per limitare i rischi di fallimento e di dissesto finanziario, ridotti del 20% nelle aziende dove le donne occupano ruoli di responsabilità rispetto alle imprese guidate da un management esclusivamente maschile.