A chiunque può capitare di arrivare in ritardo sul lavoro, a causa di inconvenienti o di una propria distrazione. Le conseguenze non sono disastrose se l’episodio rimane un caso isolato, tuttavia la situazione cambia se il ritardo diventa un’abitudine.
=> Dipendenti ritardatari, e poco sinceri
A questo punto spetta al manager o al datore di lavoro intervenire per limitare i danni. A priori, infatti, gli ingressi dei dipendenti dovrebbero essere sempre monitorati e qualsiasi ritardo sottolineato, anche se con tatto e riservatezza, ad esempio passando vicino alla scrivania del lavoratore ritardatario anche solo per dire “buongiorno”, un gesto che comunque lascia intendere che il ritardo non è passato inosservato.
Più che affrontare un dipendente ritardatario di petto, rischiando che non riveli eventuali problemi esterni al lavoro, è preferibile fare due chiacchiere durante la pausa caffè mostrando disponibilità al dialogo.
Se i ritardi sono all’ordine del giorno, tuttavia, prendere una posizione è d’obbligo: dalla conversazione amichevole si passa al richiamo verbale ufficiale o alla segnalazione scritta, con possibili ripercussioni sul compenso e sulla carriera.