Un coach per il business

di Chiara Basciano

20 Giugno 2016 11:00

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Appoggiarsi ad un mental coach per migliorare il proprio lavoro e il rapporto coi dipendenti.

Quando si parla di mental coach viene subito in mente il mondo sportivo, caratterizzato da molta competizione e quindi molto stress, ma il mondo dei manager non appare molto diverso, quindi anche in questo ambito esistono figure professionali il cui compito è quello di motivare e aiutare a superare i momenti di stallo.

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D’altronde uno dei compiti del manager è quello di guidare i propri dipendenti, e come riuscire a farlo senza sentirsi saldi al proprio posto? Avere un mental coach significa trovare un giusto equilibrio e avere chiari gli obiettivi che sono alla base del proprio lavoro e che spesso vengono persi di vista.

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I campi di azione sono molto vari e la durata del loro intervento è molto variabile, in base alle esigenze mostrate dal manager stesso. Tendenzialmente il mental coach lavora sul miglioramento delle abilità di comunicazione interpersonali, ma anche sullo sviluppo delle risorse e del team attraverso il superamento di ostacoli e conflitti, laddove presenti.

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Altri campi di azione sono il miglioramento della gestione del tempo, attuato attraverso lo sviluppo della capacità di delegare e quindi di fidarsi dei propri dipendenti. Ma un mental coach può essere utile anche nel momento in cui il manager decide di lanciare la propria azienda su nuovi mercati, affrontando quindi nuove sfide. In questo caso può essere molto utile per aumentare la produttività e sentirsi motivati nel nuovo mondo che si sta decidendo di affrontare.