Le pause sul lavoro sono fondamentali per recuperare l’energie necessarie, sono quindi un vero e proprio diritto del lavoratore.
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Ma sul lavoro le regole non mancano mai, ed anche quando ci si rapporta con i colleghi bisogna seguirne alcune, tra queste, cosa dire e non dire nelle pause sul lavoro. Tutto ciò serve per evitare che delle semplici chiacchiere portano dei malumori e dei problemi all’interno del gruppo. Con il colleghi è meglio prevenire che curare, per poterci riuscire meglio ricordare quali argomenti non intraprende. Quando si scambiano due chiacchiere è sempre meglio parlare di argomenti standard come i film, lo sport e gli hobby, mettendo da parte argomenti come politica e la religione.
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Ma non è solo la politica che crea disagio, anche i problemi personali possono infastidire, sopratutto quando si esagera, parlare cinque minuti di un evento spiacevole nella propria vita può andare bene, ma coinvolgere tutto il gruppo di tutti i problemi che si hanno potrebbe avere dei risvolti negativi. Ma non solo, bisogna lasciare da parte anche i pettegolezzi, molto spesso diventa un abitudine e le pause sembrano diventare un incontro fisso per parlare solo e soltanto male degli altri. Il lavoro porta con il tempo a sapere tutto di tutti, questo non significa dover per forza criticare gli altri, i pettegolezzi potrebbero causare liti e discussioni, oltre che con il gruppo anche con gli altri colleghi.
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Stessa storia quando invece dei colleghi si parla del proprio capo, ci sono sempre alcuni discorzi, domande e argomenti che vanno evitati. Qualsiasi sia il rapporto con il capo, si deve sempre mantenere alta la propria privacy, ad esempio quando per problemi personali si fa ritardo, non si completa un lavoro nell’orario previsto si chiedono permessi o ferie, non bisogna per forza spiegare i propri problemi familiare, i propri drammi devono rimanere fuori dal lavoro, basterà semplicemente dire che si ha un impegno. Il capo quando accetta o rifiuta i permessi, lo decide a prescindere dalla motivazione che si da insieme alla richiesta, questo perché la richiesta di permesso viene valutata in base ad altri criteri, non in base alle motivazione del lavoratore. Per questo quando il permesso è chiesto per problematiche poco gravi è preferibile una motivazione meno specifica.