La situazione delle imprese dell’Information & Communication Technology (ICT), faticano ad andare avanti durante questa crisi economica.
=> Manager e professioni digitali
Le piccole imprese soffrono ancor di più la crisi, per quanto riguarda le competenze digitali specifiche, sia rispetto al percorso di studio dei neo assunti sia nella disponibilità di specifici skill per manager e figure professionali. Per quanto riguarda la formazione vengono tagliati da anni i budget, ci sono poi difficoltà a trovare corsi in linea con le esigenze aziendali. Inoltre un impresa ICT su due non ha un sistema formale di valutazione delle prestazioni dei propri dipendenti, tutto ciò aumento con il rapporto della grandezza dell’azienda, quello che preouccupa, è che il 95% delle aziende ICT ha meno di 9 addetti.
=> Le professioni digitali
La valutazione è centrata sulle competenze trasversali e gestionali per i Manager (57,5%) e su quelle specialistiche per i Professional (56,5%) e i neo assunti (81,1%). Le carenze sulla formazione dell’mondo ICT, nonché le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, è ancora molto elevata, I posti di lavoro che potrebbero generarsi per quanto riguarda questo settore sono più di 900mila, ma l’Italia e anche l’Europa non hanno elementi completi ed adatti, per mancanza di competenze, prospettive di crescita e skills spendibili sul mercato. I segnali positivi sul fronte delle retribuzioni, uniti a un’inflazione stabilmente bassa (+1,2%), fanno recuperare potere d’acquisto ai lavoratori delle aziende ICT, in particolare agli impiegati (+2,7%, € 27.333) e ai quadri (+3,1%, € 52.468), mentre la categoria dirigenti è in flessione del -0,2% (€ 98.803).
=> Esperti ICT: quale futuro?
I tre maggiori incrementi si sono visti nei Responsabili Commerciali (quadri, +9,3%), nei Key Account Manager (impiegati, +8,3%) e nei Tecnici ERP (+7,8%). E’ in lieve crescita l’utilizzo della retribuzione variabile: viene erogata al 66,4% dei dirigenti (incide per il 16,3% della retribuzione fissa), al 52,6% dei quadri (incide per il 10,6%), al 23% per gli impiegati (incidenza 23%). Andando più nel dettaglio dei risultati qualitativi della survey, emerge che essa è nella metà dei casi legata al raggiungimento di obiettivi, mentre per un terzo dei casi è discrezionale. A fianco di ciò, le aziende prevedono pacchetti benefit oltre a quanto previsto da contratto, in particolare per manager (70,8%) e Professional (61,3%), legati soprattutto al fattore “mobilità” (portatili, smartphone, tablet, auto aziendale). Lo scollamento fra le esigenze aziendali e le competenze sviluppate nel percorso di studi è la prima difficoltà di reclutamento di nuovi assunti per la metà delle aziende ICT. La mancanza sul mercato di professionalità specifiche è al primo posto per Manager (55,7%) e Professional (64,2%).
=> Ict in ritardo in Italia
Tra i ruoli più richiesti sono l’Account Manager (55,7%), Project Manager (50%), ICT Consultant (34%). Invece i ruoli richiesti ma difficili da trovare sono l’Account Manager (35,8%), Software Developer (22,6%), Business Analyst (21,7%), Mobile Application Developer per gli Hardware Vendor (60%) e gli ICT Security Manager per le aziende di Digital Solutions (44,4%).