Il licenziamento in gravidanza

di Francesca Vinciarelli

24 Agosto 2016 08:30

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Un licenziamento in gravidanza tutte le cause e le tutele che bisogna conoscere.

Il lavoro in alcuni casi può rivelarsi insidioso e i datori di lavoro poco comprensivi, anche nei casi in cui ci sono dei divieti da parte della legge.

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Purtroppo è ancora alto il livello di discriminazioni verso le donne, che si trovano a dover affrontare situazioni poco piacevoli sul mondo del lavoro. E se per alcune donne significa dover lottare e dover dimostrare ogni giorno le proprie capacità, per proseguire nella propria carriera, altre donne devono addirittura sperare di non essere licenziate.

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Naturalmente se una donna è produttiva e lavora bene la questione potrebbe non verificarsi, ma se un datore di lavoro si ritrova con una lavoratrice incinta, e secondo stereotipi poco produttiva, la situazione potrebbe essere diversa ed il datore di lavoro potrebbe pensare anche al licenziamento. Ma bisogna ricordare che la legge proibisce ai datori di lavoro di licenziare una lavoratrice, durante la gravidanza. Inoltre tale divieto si prolunga dall’inizio del periodo di gestazione fino al compimento del primo anno di vita del bambino. Questo è ciò che stabilisce il d.lgs 151 del 2001, all’art. 54. Questo divieto non è però valido in determinati casi, nonché:

  • colpe da parte della lavoratrice(nonchè furti, danneggiamenti, ecc, in poche parole tutto quello che rientra nella giusta causa di un licenziamento); 
  • cessazione dell’attività dell’azienda;
  • ultimazione della prestazione come nei contratti a tempo determinato;
  • esito negativo del periodo di prova(se la lavoratrice è già in gravidanza, il datore di lavoro dovrà giusticare con motivi validi il giudizio negativo).

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Ecco allora quali sono le tutele che hanno le donne in gravidanza e che dovrebbero essere obbligatoriamente seguite dai datori di lavoro. In primis per le future mamme è previsto il congedo di maternità due mesi prima e tre mesi dopo il parto. Queste tempistiche possono variare a richiesta della lavoratrice da 1 mese prima a 4 mesi dopo il parto. Inoltre non possono essere incaricate a fare lavori pericolosi, faticosi e non salutari. Per quanto riguarda gli orari di lavoro, un datore di lavora ha il divieto di far lavorare una lavoratrice in gravidanza dalle 24 alle ore 6. Inoltre non sono obbligate a lavorare in orari notturni neanche le lavoratrici madre di un figlio di età inferiore a tre anni e le lavoratrici che siano l’unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni.