La parola lavoro racchiude milioni di figure professioni e ambienti lavorativi, ruoli che possono comprendere anche operazioni complesse. Si pensa erroneamente che ruoli professionali più importanti siano privi di complicanze, problematiche e paure.
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Ma qualsiasi ruolo si ricopre quando si parla di licenziamento si tende a pensare sempre e solo alla difficoltà di chi lo subisce, mai alle complicanze di chi lo attua. Ma se andiamo ad analizzare nel dettaglio entrambi le posizioni l’evento è negativo sia per chi licenzia che per chi viene licenziato. Il licenziamento è un’esperienza sgradevole, dovrebbe sempre essere evitata se possibile, ma è ovvio che ci sono cause e motivazioni che possono portare un datore di lavoro a licenziare. Ma oltre tutte ciò bisogna focalizzare l’attenzione sulle leggi vigenti, in quanto è obbligatorio seguirle ed attuarlo, in tutto il processo oggi l’attenzione si focalizza sul preavviso che deve essere presente quando si licenzia ed anche quando si danno le dimissioni.
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Nello specifico ?il periodo di preavviso è indicato nel contratto e può essere aumentato dalla trattativa individuale in sede di assunzione. Precisando che il preavviso è necessario sia se il dipendente presenta le dimissioni e sia se è il datore che licenzia. Le dimissioni o il licenziamento diventano effettivi solo al termine di tale periodo. Ma perché il preavviso è necessario? ovviamente in entrambi i casi bisogna dare al dipendente il tempo idoneo a trovarsi un’altra occupazione e al datore ad assumere un’altra persona con un eventuale periodo di affiancamento.