Sono più di 250mila gli Smart Workers in Italia e un terzo delle grandi aziende ha attivato progetti per concedere maggiore flessibilità ai lavoratori, in materia di orari e strumenti di lavoro.
=> Scopri i benefici dello Smart Working
Sono cifre che si evincono dalla ricerca promossa dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, indagine che ha coinvolto 339 manager delle funzioni IT, HR e Facility e un campione di 1.004 lavoratori.
Lo studio rivela informazioni interessanti anche per stilare il ritratto dello Smart Worker tipo, che è di sesso maschile nella maggioranza dei casi (69% contro il 31% rappresentato dalla componente femminile), età media 41 anni e residente al Nord nel 52% dei casi (segue il Centro con il 38% e il Sud con il 10%)
«Il 2016 – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working del PoliMi – è stato un anno di svolta per lo Smart Working in Italia. Alla crescente diffusione e maturazione dei progetti delle imprese si è accompagnata una sempre maggiore consapevolezza a livello istituzionale, con il Disegno di Legge del Governo approdato in Parlamento. La ricerca rivela come il lavoro agile in Italia non sia più un’utopia né una nicchia, ma una realtà rilevante e in crescita in grado di offrire una boccata di innovazione e flessibilità a un mercato del lavoro per troppi anni bloccato da rigidità e contrapposizioni.»
=> Smart Working per alzare il PIL