La discriminazione rovina non solo la vita privata ma anche quella lavorativa, ancora oggi ci sono pregiudizi che limitano la strada a parecchie persone categorizzate e scartate sui luoghi di lavoro.
Un licenziamento ingiustificato
Per esigenza sul lavoro ci sono già molte limitazione nate per il bisogno di reclutare dipendenti capaci per un determinato ruolo, elementi che comprendono ad esempio la conoscenza delle lingue o tot anni di esperienza. Tutto questo non è nulla di discriminatorio, ma sono semplicemente le esigenze delle aziende al giorno d’oggi. Il problema si pone quando tutto ciò si allarga verso dei limiti poco utili per una decisione finale di assunzione, discriminazioni che possono comprendere età, sesso, nazionalità, abbigliamento o ancora elementi estetici. Problemi che causano battagli continue utili per portare al minimo certe discriminazioni, da febbraio 2016 è prevista solo una sanzione pecuniaria e non più un reato perseguibile legalmente, ma si parla di sanzioni molto più alte rispetto al passato.
Una discriminazione in ufficio
Prima del decreto, la sanzione pecuniaria per tali tipi di reati oscillava tra i 250 a i 1.500 euro, oggi si parla di cifre differenti e molto alte più precisamente tra i 5.000 e i 10.000 euro. Inoltre le sanzioni pecuniarie sono applicate per qualsiasi tipo di discriminazione perpetrata sul luogo di lavoro. In base a quanto stabilito dalla normativa rientrano tra i casi punibili con una sanzione pecuniaria tra i 5.000 e i 10.000 euro quelli in cui il datore di lavoro decida di licenziare o demansionare illegittimamente. Infine la sanzione viene applicata sia per quanto riguarda l’ingresso nel mondo del lavoro, e quindi l’assunzione, che l’attribuzione di una qualifica, una mansione o la crescita professionale all’interno dell’azienda.