Quando lo stress da lavoro raggiunge livelli tali da compromettere la salute, le relazioni e la stessa carriera, le ripercussioni possono essere pesanti non solo per il benessere di chi ne soffre ma anche per lo stesso ambiente professionale.
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In questi casi si parla di sindrome da burnout, un malessere complesso che deve essere identificato tempestivamente e contrastato con gli strumenti giusti. Solitamente si caratterizza per la presenza di tre componenti, da considerare come veri e propri “sintomi”.
1. Spossatezza
Chi soffre di stress da lavoro sfociato nella sindrome da burnout è spesso estremamente stanco e spossato emotivamente e fisicamente, tanto da non riuscire a mantenere la concentrazione e condurre a termine un compito. Uno stato di esaurimento da non sottovalutare.
2. Indifferenza
Sentirsi indifferenti e lontani dal proprio lavoro, totalmente distaccati da progetti, incarichi e dagli stessi colleghi è un segnale evidente che l’attività professionale sta lentamente portando al burnout.
3. Inefficacia
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Uno stato stressogeno estremo conduce gradualmente all’inefficacia e crea una sensazione costante di incapacità, impossibilità a portare a termine con successo una qualsiasi mansione. Chi soffre di burnout teme di non riuscire più a svolgere determinati compiti. Una condizione aggravata, spesso, dall’assenza di sostengo, di comunicazione, di feedback regolari e dei doverosi riconoscimenti.
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