Avere passione per il proprio lavoro e impegnarsi al massimo è cosa buona e giusta, ma far diventare il lavoro l’unica ragione di vita è dannoso per la propria salute mentale e per chi ci sta intorno. Il nome utilizzato per definire tale dipendenza è workaholism e capire di esserci caduti è il primo passo per uscirne fuori.
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Gli esperti di Hays Response hanno individuato cinque strategie utili soprattutto per i profili junior, che si trovano di solito in una situazione particolare, avendo voglia di fare carriera ma tendendo per questo a strafare. Come prima mossa Fabio Scarcella, Hays Response Manager, consiglia di pianificare il tempo evitando di considerare ogni elemento del lavoro di massima urgenza. Stabilire le priorità e rispettarle aiuterà a razionalizzare i compiti da svolgere quotidianamente.
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Secondo consiglio è imparare a mettere da parte la tecnologia. Infatti pur essendo uno strumento essenziale nel mondo del lavoro lo smartphone ci fa essere sempre connessi, anche fuori dall’orario di lavoro. Imparare a non controllare le mail dopo una certa ora e dedicarsi allo svago è essenziale per recuperare energia. Altro consiglio essenziale è di non dimenticarsi degli altri, ma dedicarsi alle persone a cui si vuole bene, pianificando serate con amici o anche weekend fuori città.
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Così come non ci si deve dimenticare degli altri non ci si deve dimenticare di se stessi. Coltivare le proprie passioni, fare sport, gustarsi un buon libro e andare a cinema sono tutte cose che un workaholic dimentica troppo facilmente. Infine, quinto consiglio, è programmare una vacanza lontani dal mondo digitale, staccando davvero la spina per tornare a lavoro con mente sgombra e attiva.
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