L’Italia vanta il numero di lavoratori autonomi più alto tra tutti i Paesi europei. Ammontano a quota 4,7 milioni, stando ai dati Eurostat relativi al terzo trimestre del 2016.
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A diffondere cifre aggiornate è il Centro Studi della CNA, che sottolinea come la penisola si collochi al primo posto seguita dal Regno Unito (con 4,3 milioni di unità), dalla Germania (3,8 milioni di unità), da Spagna e Francia (con 2,9 milioni di occupati).
La maggioranza dei lavoratori indipendenti attivi in Italia è formata da artigiani e commercianti, quindi piccoli imprenditori che rappresentano il 21,1% della popolazione nazionale complessiva.
Il primato nazionale, afferma la CNA, è ancora più evidente se si pensa che il 10,6% degli occupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni possiede la Partita IVA.
«Il contributo del lavoro indipendente all’occupazione – sottolinea sempre il Centro Studi – complessiva dell’Italia risulta ancor più evidente osservando che, senza di esso, il tasso di occupazione, dato dal rapporto tra numero di occupati e popolazione residente, si ridurrebbe di 12,2 punti percentuali (dal 57,6% al 45,4%).»
Il gap che tra l’Italia e il resto dell’Europa si deve alla forte presenza, nei principali Stati, di aziende di grandi e medie dimensioni che attirano e assorbono la maggior parte degli occupati, soprattutto giovani. Il numero elevato di giovani lavoratori autonomi con Partita Iva che caratterizza la penisola, invece, è destinato ad aumentare e merita l’attivazione di un regime contributivo e fiscale ad hoc per essere parificato al lavoro dipendente.
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