Il costo del lavoro in Italia incide in modo negativo sulle retribuzioni nette e sulla capacità di acquisto degli italiani.
=> Il costo del lavoro irregolare
Lo sottolinea l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, evidenziando come le aziende debbano speso farsi carico di una spesa quasi raddoppiata rispetto allo stipendio effettivamente erogato ai lavoratori dipendenti.
Analizzando le buste paga di due lavoratori del comparto industriale, la Cgia ha conteggiato un cuneo fiscale elevato che in uno dei due casi presi in esame influisce sul costo del lavoro per il 46,8%: con una busta paga corrispondente a 1700 euro, ad esempio, l’azienda paga 3200 euro di spese.
Secondo il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo:
«Oltre a tagliare l’Irpef è necessario intervenire anche sulla riduzione del prelievo in capo al datore di lavoro che in Italia è tra i più elevati d’Europa. Secondo l’Ocse, infatti, tra gli oltre 30 paesi più industrializzati del mondo solo Francia, Repubblica Ceca ed Estonia hanno un carico contributivo per dipendente superiore al nostro. Una situazione che ci impone non tanto di tagliare l’aliquota previdenziale che, in un sistema ormai contributivo, danneggerebbe i lavoratori, ma di proseguire con maggiore determinazione nella riduzione delle tasse sulle imprese.»