La crisi colpisce tutti anche i grandi marchi e probabilmente quando accade crea molte più problematiche di un’azienda più piccola.
Azienda sull’orlo del fallimento
Questo perché oltre il danno interno dovuto da un fallimento, si creano disagi e problemi anche per le centinaia di dipendenti rimasti senza lavoro. L’anno in corso ha portato proprio ad un numero totale di 180 dipendenti una brutta notizia, con il fallimento e la chiusura della catena di elettrodomestici Trony i lavoratori sono rimasti senza stipendio né alcuna forma di sussidio. L’annuncio del tribunale di Roma che decreta il fallimento di Edom spa, società dell’imprenditore Alessandro Febbraretti, che nella capitale detiene la licenza del marchio arrivato lo scorso 13 febbraio. Nella capitale erano presenti otto punti vendita ad oggi tutti chiusi. I problemi però erano presenti già da alcuni anni infatti nel 2015 la Edom dovendo rientrare da un debito di oltre 100 milioni chiede al tribunale l’apertura di un piano per evitare la chiusura, a dicembre mette in mobilità 80 dipendenti e nel 2016 arriva negli uffici di Edom a roma, la proposta del gruppo Nova, proprietaria del marchio Euronics, per rilevare cinque degli otto store di Trony per oltre 30 milioni. Ma nel dicembre del 2016 i creditori di Edom, tra cui l’Agenzia delle Entrate, non approvano il piano di rientro segnando così destino della società. Tutte le vendite avvenute negli anni non sono state in grado di salvare gli otto store, ad oggi si cerca di lavorare per salvare i posti di lavoro e rimettere in piedi gli otto punti vendita, tra le offerte spicca quella di Euronics, nonché la possibilità più veloce per ricreare la società e soprattutto richiamare i lavoratori.
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