Perfezionismo distruttivo

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 7 Aprile 2017
Aggiornato 31 Luglio 2019 11:13

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Il perfezionismo e il male che fa al lavoro, ecco i motivi.

Il successo e il fallimento nascono dalla stesso errore, nonché quello di voler troppe volte la perfezione non badando però alla qualità di ciò che si crea.

Sul lavoro non serve la perfezione si deve invece ricercare la motivazione, la qualità e la professionalità. Entrare nel vortice del tutto perfetto porta a focalizzare il tempo e le energie in dettagli ed elementi che fanno perdere di vista il punto focale del lavoro/progetto.

Il lavoro è già di base stressante tormentarsi per ogni minimo dettaglio peggiora la situazione, inoltre tende a rendere il lavoro impossibile e spesso fa perdere più tempo del dovuto. Bisogna capire alcuni punti fondamenti per allontanare questo pensiero distruttivo, la perfezione vuol dire non finire mai, si innesca un senso di paura che porta a non i compiti per colpa delle incertezza e degli errori.

Inoltre come già detto porta via troppo tempo, questo perché anche al lavoro finito si perde tempo a riguardare, controllare e verificare in modo maniacale tutti gli aspetti, in questo modo il tempo non sarà mai sufficiente. Ricordando che questa ricerca porta a ridurre invece che migliorare la propria performance, la tendenza a essere preoccupati per il raggiungimento della perfezione compromette infatti le prestazioni.

Tutta questa attenzione per la perfezione fa perdere anche le altre opportunità, questo perché allo stesso tempo la paura del fallimento fa perdere delle occasioni e mancare delle opportunità importanti per lo sviluppo della carriera. Lo scopo del lavoro deve essere un altro, molto più importante, nonché mettere da parte la perfezione e tenere alta la voglia di migliore il risultato, la propria professionalità, le capacità e le conosce, mirare al successo anche e soprattutto mettendosi in gioco.