I profili social possono essere un vero e proprio boomerang, se da un lato sono molto utili per farsi notare, dall’altro, se utilizzati nel modo sbagliato rischiano anche di far perdere un possibile posto di lavoro. I recruiter infatti sono molto attenti ai social come possibile modalità di selezione.
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Il settore delle risorse umane ha imparato a conoscere i candidati attraverso i loro profili social che, pur non restituendo sempre la vera personalità, dà un quadro generale del candidato. Per questo è sempre più importante stare attenti a come ci si presenta. Evitando di essere fuori luogo, di pubblicare foto troppo private e privilegiando invece la condivisione di documenti, immagini, video, che rispecchino sì i nostri gusti, ma senza poter urtare gli altri.
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Come dichiara Francesca Contardi, managing director di EasyHunters «Viviamo in un’epoca di iper-connessione, in cui tutte le informazioni viaggiano online. E i social, in quest’ottica, spesso forniscono molte più informazioni di quanto un candidato possa fare durante il colloquio e sono uno strumento indispensabile per la verifica delle informazioni fornite, delle referenze o delle competenze».
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Le potenzialità dei social network non sono del tutto sfruttate dai candidati, che tendono a dividere vita privata e lavorativa, invece riuscire a fondere le due, intessendo relazioni con aziende ed esperti del settore d’interesse, condividendo gli articoli giusti ed entrando in gruppi di discussione, sono tutte cose che possono diventare fondamentali per la propria carriera.
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