Che si tratti di insoddisfazione causata da una mancata crescita lavorativa, di noia dovuta ad un lavoro troppo ripetitivo o di delusione per il salario, a volte accade che i dipendenti decidano di lasciare l’azienda.
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Nonostante questo sia un momento difficile, in cui il manager può sentirsi tradito o arrabbiato imparare a gestire le emozioni è importante. Anche questo infatti può essere un momento di crescita, capace di far capire gli errori commessi e come procedere per migliorare le cose.
Uno strumento molto utile per andare in questa direzione è un colloquio al momento del licenziamento. Questo tipo di intervista dovrebbe procedere per quattro punti. Primo è discutere le ragioni per cui il dipendente ha deciso di lasciare il lavoro, chiedendo consigli e suggerimenti, cercando di individuare cosa avrebbe potuto fare la differenza.
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Secondo punto è eliminare l’emozione dalla conversazione. Sia del manager che dell’intervistato, cercando di essere lucidi e di puntare ai dati concreti dell’accaduto. Terzo è lasciare la possibilità al dipendente di tornare sui suoi passi, mantenendo buoni rapporti il dipendente potrebbe desiderare di tornare un giorno al suo posto di lavoro. Ed avere un lavoratore che già conosce l’azienda, i colleghi e il lavoro è di certo un vantaggio.
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Infine, quarto punto, è chiedere discrezione, impegnarsi reciprocamente di non parlar male l’uno dell’altro. Impegnarsi a fornire lettere di presentazione positive permette di chiedere al dipendente di mantenere giudizi più neutri riguardo all’azienda che ha deciso di lasciare. Di certo questo tipo di colloquio non è facile, bisogna essere pronti a sentire forti critiche al proprio lavoro, ma se si affronta con serenità a volontà di miglioramento risulterà davvero utile, impedendo forse altri licenziamenti.
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