I litigi sul lavoro sono spesso la normalità negli uffici e non solo con i colleghi ma anche con il capo.
Un linguaggio scurrile legittima il licenziamento
Spesso piccoli diverbi o fraintendimenti diventano delle vere e proprie litigate che si trasformano in animati confronti verbali, il rischio però è quello di rischiare richiami oppure in casi estremi il licenziamento. Ma proprio per quanto riguarda il licenziamento quando può essere attuato? La Cassanzione ricorda che il licenziamento deve essere scelto come ultima possibilità, in pratica la sanzione da adottarsi solo quando il rapporto di lavoro non possa più essere proseguito per cause davvero intollerabili. Proprio per questo motivo una discussione verbale, se pur accesa, non può essere motivo di licenziamento, questo perché secondo la Suprema Corte, è lecito aspettarsi una reazione a un rimprovero forte anche se questo proviene dal proprio capo, questo perché il dipendente non è obbligato ad essere sottomesso e accettare abusi verbali.