A spingere un candidato verso la falsificazione del proprio Curriculum Vitae è l’invidia, sentimento negativo che scaturisce dal confronto con i coetanei che hanno maggiore successo e che riescono ad avviare una carriera brillante.
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Secondo uno studio promosso dall’Università di Buffalo, infatti, il confronto con i coetanei e i colleghi può servire come spinta motivazionale ma rischia anche di diventare un malessere distruttivo, spingendo verso comportamenti poco etici come l’inserimento di informazioni errate nel CV al fine di aumentare le chance di trovare un’occupazione.
Questa teoria, che deriva da due tipi di monitoraggi differenti, rappresenta anche una fonte di riflessione per i manager e i responsabili della selezione del personale. Come sottolineano i ricercatori, infatti, questi ultimi dovrebbero riuscire a identificare queste tipologie di frodi e prevenire scorrettezze tenendo conto degli ambienti di lavoro che diventano sempre più competitivi.
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Allo stesso tempo, i consulente di carriera dovrebbero lavorare per prevenire comportamenti illeciti favorendo lo sviluppo di maggiore autostima nei candidati.