Il ddl sul lavoro autonomo e agile ha ottenuto il via libera del Senato, sancendo l’introduzione in Italia di regole e normative per favorire modalità di lavoro alternative previo accordo tra datore di lavoro e dipendenti.
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Una legge che consente di raggiungere gli obiettivi di produttività anche lavorando senza precisi vincoli di orario e luogo, sfruttando le risorse tecnologiche a disposizione. Un’opportunità per favorire un migliore equilibrio tra vita privata e professione. Non si tratta semplicemente di telelavoro, come viene specificato:
«La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno di locali aziendali e, senza una postazione fissa, in parte all’esterno entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.»
Secondo la legge, il datore di lavoro è sempre responsabile della sicurezza e del funzionamento degli strumenti tecnologici usati dai dipendenti, che possono contare su uno stipendio e un trattamento normativo stabiliti dal contratto collettivo: il compenso non potrà essere inferiore a quello percepito dai colleghi che operano in modo esclusivo all’interno dell’azienda.
Specificando che le norme del ddl possono essere applicate anche nella Pubblica Amministrazione, la legge stabilisce che l’accordo sul lavoro agile può essere a termine o a tempo indeterminato. Infine, i dipendenti che operano in modalità smart working hanno diritto a tempi di riposo e a misure specifiche per garantire la disconnessione.
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