Non sempre i cambiamenti promossi negli ambienti di lavoro portano reali vantaggi e benefici a favore dei dipendenti. Secondo uno studio della American Psychological Association, ad esempio, anche le variazioni organizzative più comuni rischiano di esasperare uno stato di stress latente e mettere a repentaglio il rapporto di fiducia tra le risorse presenti e i datori di lavoro.
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Una ristrutturazione, un passaggio di testimone nella leadership, l’implementazione di nuovi sistemi informativi possono perfino spingere i dipendenti a dare le dimissioni e alla ricerca di un nuovo lavoro.
Secondo l’indagine, i dipendenti coinvolti nei cambiamenti hanno più del doppio delle probabilità di soffrire di stress cronico e di manifestare disturbi legati alla salute fisica, come mal di testa, collo rigido, vertigini o mancanza di respiro.
Spesso un cambiamento genera cinismo e pessimismo, può dare origine a confitti e limita il livello di soddisfazione personale e professionale, incrementando il desiderio di cambiare impiego.
La leadership, come sottolineano i ricercatori, non dovrebbe sottovalutare l’impatto dei cambiamenti sui dipendenti: ad aumentare i livelli di stress e disillusione potrebbe essere un atteggiamento scettico da parte dei lavoratori versi le decisioni prese dal datore di lavoro, tanto che spesso i primi ritengono che i cambiamenti promossi non possano sortire l’effetto sperato dai secondi. Favorire la resilienza delle risorse presenti in azienda aiuta a migliorare le capacità di adattamento.
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