Essere negativi è una conseguenza che nasce sul lavoro dopo il contatto con i classici problemi, dagli impegni fino al difficile rapporto con i colleghi e con il capo.
Una scala del benessere
Alla base, tra i tanti elementi, le continue discussioni con i colleghi che si creano per i più svariati motivi, al primo posto si trova sicuramente la competizione. Un sentimento per molti essenziale per andare avanti con la propria carriera, viene usato quasi come una spinta per dare sempre più degli altri, come se tutto questo fosse un atto involontario ma necessario per la propria mente. Ma essere competitivi sul lavoro non è così positivo come si pensa, la competitività lavorativa è completamente distruttiva, sia se viene usata come motivazione personale e sia se viene usata con lo scopo di superare gli altri colleghi. La competizione porta a sopportare e a vivere un grande stato di stress che molte volte porta a rovinare la carriera, sia propria che altrui. Purtroppo la negatività di questo comportamento va a creare stress e molta tensione, questo perché un lavoratore competitivo tende a isolarsi e di conseguenza allontanare da se tutti i colleghi.
La seduzione dell’idea vincente
Questo è solo uno dei tanti fattori per il quale si entra al lavoro già negativi, il problema principale è che qualsiasi sia il motivo sul lavoro per un buon lavoro, produttività e concentrazione serve la positività e non la negatività. Per allontanarsi da tutto ciò che può creare questo sentimento è importante dare priorità al proprio benessere e al proprio lavoro, troppo spesso ci si distrae pensando agli altri perdendo di vista i propri obiettivi. L’indifferenza verso chi sbaglia o chi cerca di provocare è la tecnica migliore per uscirne più forti professionalmente e personalmente.