Validi piani di Welfare non mancano nel 67% delle aziende nazionali, il 37% delle quali considera le agevolazioni fiscali introdotte dalle nuove normative come un incentivo per promuovere iniziative e in questa direzione.
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Sono percentuali che emergono alla ricerca “Welfare Aziendale in Italia. Edizione 2017” condotta per il terzo anno consecutivo Welfare Company, indagine effettuata dal Prof. Luca Pesenti dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con AIDP e Welfare Company.
Lo studio, basato sulle risposte di un campione di 326 direttori e manager del personale, mostra come per la maggior parte delle imprese il Welfare sia una risorsa per ridurre il costo del lavoro (70,6%), una strategia per rendere più sereno il clima aziendale (81%), per attrarre talenti qualificati (62,7%) e potenziare la produttività dei dipendenti (57,1%).
Per quanto riguarda le tipologie di benefit maggiormente utilizzate dal mondo imprenditoriale italiano, al primo posto si collocano la mensa aziendale e la concessione di buoni pasto, una maggiore flessibilità d’orario, polizze sanitarie, convenzioni per l’accesso ai servizi, assistenza sanitaria e incentivi allo studio per i figli dei dipendenti.
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«Un punto critico – come sottolinea il Prof. Luca Pesenti – è invece la mancata diffusione di modalità condivise e in rete di welfare tra imprese. Solo l’8% del campione ne fa già uso. Su questo ci sono da fare grandi passi in avanti, perché è una condizione forse indispensabile per permettere anche alle piccole imprese di accedere a queste esperienze.»
Il Secondo la ricerca, infine, il 41% del campione è convinto che il Welfare aziendale sia destinato ad ampliarsi ancora di più, sebbene secondo il 33,6% le iniziative dovrebbero focalizzarsi sullo Smart Working.
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