Nonostante si parli spesso dell’importanza dei Big Data e dei vari modi di utilizzarli non tutte le generazioni di lavoratori sono consapevoli delle opportunità che offrono. In generale infatti sono i più giovani a capirne il valore, mentre dai 55 anni in su la tendenza cambia.
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Lo rivela una ricerca condotta da IDG Enterprise che sottolinea anche come i giovani siano molto più propensi a credere che la loro organizzazione sia pronta ad approfittarne questo cambiamento, mostrando quindi una volontà di innovare e una propensione alla tecnologia. Le giovani generazioni si sentono a loro agio ad utilizzare dispositivi tecnologici e per questo sono più ottimisti, individuando in essi il modo migliore per snellire il lavoro.
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Al contrario i più anziani si mostrano più scettici, avendo visto diverse trasformazioni tecnologiche avere più o meno successo e avendo quindi vissuto anche dei grandi flop. Il report fornisce informazioni sulla maggior parte degli aspetti chiave dei Big Data e ne mostra lo stato di salute rivelando che il 53% degli intervistati afferma che le aziende di cui fanno parte stanno attualmente implementando o pianificando di attuare progetti riguardanti i Big Data entro i prossimi dodici mesi. Si tratta principalmente di grandi aziende, mentre quelle di piccole e medie dimensioni ancora hanno le idee confuse.
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Tra i progetti in corso o in fase di progettazione, il 26% è già attuato, il 14% è in fase di attuazione o sperimentazione pilota e il 13% pianifica l’implementazione nei prossimi 12 mesi. Un ulteriore 8% sta prendendo in considerazione un progetto, e un altro 8% afferma di poterlo perseguire, anche se attualmente sto lottando per trovare la giusta strategia.
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