Il numero degli Energy manager attivi in Italia continua a crescere, sebbene il trend positivo non caratterizzi in eguale misura il settore pubblico e quello privato.
=> Energy manager indispensabile in azienda
Il Rapporto 2017 sugli Energy manager in Italia stilato da Fire (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia), segnala infatti un aumento delle nomine nel 2016 per il comparto civile e industriale, mentre la Pubblica Amministrazione si caratterizza per un calo dell’11% della presenza di queste risorse.
Entro la fine di aprile dello scorso anno ci sono state complessivamente 2.239 nomine, di cui 1.519 inerenti Energy manager primari convocati da soggetti obbligati e 720 nominati da quelli privi di obblighi.
«L’efficienza energetica è il principale strumento disponibile per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo sul clima di Parigi e dalle direttive comunitarie mirate alla riduzione delle emissioni climalteranti – ricorda il direttore Fire Dario Di Santo -. L’uso intelligente dell’energia rappresenta anche un’occasione per le nostre imprese in termini di produzione di beni e servizi e di aumento della competitività, grazie allo sfruttamento dei benefici multipli che si accompagnano alla riqualificazione energetica di edifici e linee produttive. L’energy manager in questo contesto rappresenta una figura determinante, che non sempre gode dell’inquadramento e degli strumenti necessari per consentire alle imprese e agli enti che lo nominano di cogliere le opportunità disponibili. Eppure per essere competitivi in futuro sarà necessario sempre più sviluppare sinergie fra la gestione delle risorse e il core business.»
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