Catturare l’attenzione del cliente attraverso le landing page – pagine che si aprono dopo aver cliccato su una pubblicità o su un link – non significa automaticamente acquisire nuovi clienti. Ciò che più conta infatti è il tasso di conversione, la capacità cioè di far diventare quel tale utente un reale cliente.
Perché una landing page possa essere considerata funzionante essa deve possedere un tasso di conversione minimo del 12%. Se si arriva al 25% si può parlare di una landing page eccellente. Inoltre è bene sapere che a seconda del tipo di landing page si avrà una determinata risposta da parte dei clienti. In generale i testi brevi e semplici aumentano la conversione, perché vanno dritte al sodo e coinvolgono da subito l’utente.
La fiducia è un altra discriminante, ma non è sempre ben accetta. Infatti se si tratta di settori quali viaggi o servizi alle imprese i termini che evocano fiducia portano a conversioni migliori, ma si verifica il risultato opposto se l’ambito è quello finanziario. Come è logico i termini che evocano paura non aiutano la conversione, ma ci si sorprenderà nello scoprire che invece facilitano la conversione per l’ambito della consulenza di settore.
La landing page segue regole a parte. Non è un articolo e neanche una vera e propria pubblicità, deve essere accattivante, di facile lettura e puntare ad emozionare o almeno coinvolgere l’utente medio. Solo se il suo tasso di conversione è buono potrà essere considerata valida.