L’Italia vanta il triste primato di Stato con uno tra i più alti numeri di giovani Neet, non impegnati in un lavoro e neanche nella ricerca di un’occupazione.
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Lo rileva un’indagine della Commissione UE, sottolineando come i giovani Neet (Not in education, employment or training) di età compresa tra i 15 e i 24 anni siano pari al 19,9% contro una media UE dell’11,5%.
La disoccupazione in Italia nella medesima fascia di età e relativamente al 2016 si è attestata al 37,8%, una percentuale in calo rispetto al 40,3% dell’anno precedente ma comunque molto alta in ambito europeo. Per quanto riguarda i contratti, coloro che trovano un impiego nel 15% dei casi devono accontentarsi di un contratto atipico e di una retribuzione che, se si hanno meno di 30 anni, è inferiore del 60% a quella percepita dai colleghi over 60.
La conseguenza di questa situazione a livello sociale, infine, riguarda la sempre più tardiva conquista di indipendenza familiare: in Italia i giovani abbandonano la casa dei genitori sempre più tardi, decidendo a loro volta di avere dei figli fra i 31 e i 32 anni contrariamente a quanto accade nel resto della UE, dove l’età media scende fino a 26 anni.
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