Creare posti di lavoro accoglienti, capaci di valorizzare ogni singolo talento, va di pari passo con la gestione delle diversità. Una forza lavoro eterogenea, capace di coinvolgere le minoranze, infatti non è solo una cosa positiva, ma una vera e propria necessità. Intervistando le giovai generazioni infatti si vede farsi largo una mentalità più aperta, in cui accogliere il diverso deve essere normale.
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Per non perdere i giovani talenti, per svecchiare la mentalità aziendale, è necessario coinvolgere i diversi compartimenti nella gestione delle diversità. Se da un lato il comparto delle risorse umane deve selezionare lavoratori provenienti da qualche minoranza, qualunque essa sia, sta poi al manager far sì che tali lavoratori si sentano integrati.
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Nelle aziende più grandi si può pensare all’introduzione del diversity manager, necessario per realtà più complesse. Se il diversity manager deve avere capacità tecniche di gestione non può avere lacune in alcune soft skill fondamentali. Infatti deve sapersi relazionare con i diversi lavoratori, avendo un approccio aperto e una mentalità scevra da preconcetti. Ma un aiuto deve venire anche dal team di lavoro, che deve essere accogliente senza essere forzato.
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Ciò può essere ottenuto solo garantendo una diffusione capillare di una determinata cultura aziendale. Il lavoro deve essere compatto quindi e deve coinvolgere ogni settore, altrimenti si rischia di rimanere indietro, legati ad un modello di azienda ormai morto.
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