I stipendi in Italia risentono delle tasse e agli italiani spettano retribuzione basse e poco adeguate alle mansioni che svolgono.
Questo perché l’Italia si colloca tra i primi posti per il peso del cuneo fiscale con una percentuale che tocca il 48,7%, il cuneo fiscale raggiunge il 54% in Belgio, 49,4% in Germania, 48,2% in Ungheria e 48,1% in Francia. Si parla in sintesi della differenza tra quanto costa un dipendente al datore di lavoro e quanto riceve al netto lo stesso lavoratore, calcolata in percentuale del salario lordo. Nonché la differenza tra quanto un dipendente costa all’azienda, stipendio lordo, e quanto lo stesso dipendente incassa, lo stipendio netto, in busta paga. In Italia il cuneo fiscale sul lavoro del lavoratore dipendente è costituito dall’IRPEF aumentata dalle addizionali locali e contributi previdenziali, invece costituito da IRPEF aumentata dalle addizionali locali, contributi previdenziali e IVA per il lavoratore autonomo e per il libero professionista.