Analisi del lavoro

di Chiara Basciano

26 Ottobre 2017 12:00

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I dati trimestrali dell?indagine sullo stato occupazionale condotta da CornerJob.

La situazione delineata da CornerJob riguardo al terzo trimestre del 2017 fa luce su alcuni punti ma considerato che comprende i mesi estivi sono da prendere con le pinze alcune percentuali. Si tratta infatti di un periodo particolarmente instabile, in cui i giovanissimi cercano lavoro in concomitanza con gli studi e i giovani accettano lavori più precari in attesa di un settembre più stabile.

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I dati che appaiono però stabili riguardano quelli delle aree più interessanti dal punto di vista occupazionale. Ancora una volta si posiziona la primo posto la Lombardia, con il 23% delle offerte, mentre al secondo posto troviamo il Lazio che totalizza oltre il 19% delle offerte di lavoro. Segue la Campania al terzo posto con 11,5% e successivamente Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Veneto stabili con il 6% ciascuna.

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Per quanto riguarda i settori è quello immobiliare a farla da padrone, accentrando il 45% delle offerte di lavoro. Si tratta soprattutto dell’ambito degli affitti stagionali in cui si cercano sempre agenti di immobiliari o di commercio. La cosa è in stresso legame col settore turistico, sempre attivo in Italia, indipendentemente dalla stagione.

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Analizza il contesto Mauro Maltagliati, Co Fondatore e CEO Italia di CornerJob, «L’ago del barometro si posiziona ancora sul “variabile”. Per vari motivi. In primis, è vero che quantitativamente l’occupazione è aumentata, ma non si può dire lo stesso sotto il profilo qualitativo. I contratti a brevissimo termine (tre mesi) sono aumentati e destinati ad aumentare. Così come sono in aumento (e lo saranno, soprattutto per il settore del commercio) i contratti temporanei (meno di un mese). E infine, con l’autunno, risorge l’offerta del cosiddetto lavoro “low cost”: il mercato degli stage. Che di per sé non è un fattore negativo, se non fosse per il permanere del significato che questo tipo di posizione ha assunto negli anni della crisi. Passando cioè da momento di “tirocinio” (e quindi lavoro in cambio di formazione) a reperimento di manodopera a costo quasi zero. Quindi il fatto che i numeri dell’occupazione siano in aumento, per il momento coincide solo in parte con l’aumento del numero di occupati».

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