Può succedere che si decida di commercializzare un nuovo prodotto o servizio considerato vincente, che si organizzi una campagna di marketing mirata, che si facciano tutti i passaggi giusti per arrivare al successo ma che si fallisca comunque miseramente.
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Questo può accadere per diverse ragioni, a volte l’istinto non ha funzionato o altre sono stati fatti male dei calcoli. Affidarsi a delle misurazioni concrete, basate su dati reali, aiuta a non cadere in tale tipo di errore, ma il dato deve essere supportato anche da un o sguardo critico ed attento. Gli psicologici Daniel Kahneman, Paul Slovic e Amos Tversky avevano analizzato scenari simili già nel 1982. Secondo gli studiosi c’è una tendenza ad affidarsi sì ai dati ma a leggerli secondo quello che si vuole.
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Una sorta di oscuramento della verità, per costruirsi una realtà soggettiva data però per oggettiva. Per evitare di cadere in questo tipo di errore è necessario analizzare i dati da più punti di vista e con l’aiuto di più persone. Un altro tipo di errore rilevato dagli psicologi è quello di saltare subito alle conclusioni, leggendo i dati in maniera superficiale e traendone delle conclusioni affrettate. Nel mondo del business invece tutto deve essere ponderato con i giusti tempi.
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Inoltre ci sono i manager che tendono a fidarsi troppo del proprio giudizio, prendendo una strada ed andando avanti per quella senza mai metterla in dubbio. In questo caso invece è bene imparare a farsi continuamente delle domande e mettere in crisi il proprio modo di pensare. Sono tutti modalità che prediligono il lato irrazionale, mentre nel business bisogna essere sempre razionali ed attenti ai dati, non deve mancare l’istinto, ma esso deve essere governato dalla ragione.
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