Il Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso noti i dati aggiornati sulla composizione di genere degli organi di amministrazione delle aziende partecipate dalla Pubblica Amministrazione.
=> In Italia solo il 26% di donne manager
Sono cifre che sottolineano come, anche in seguito all’entrata in vigore della normativa 251/2012 e agli eventuali richiami, l’equilibrio di genere sia stato rispettato nella maggioranza dei casi e la presenza femminile ai vertici sia decisamente aumentata nel quadriennio 2013-2017.
Stando ai dati di due mesi fa, le donne rappresentano il 30,9% dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società pubbliche non quotate, nonostante la riduzione del numero delle controllate:
«A settembre 2017, ossia a metà del complessivo periodo di applicazione del D.P.R. n. 251/2012, le donne rappresentano il 30,9% – quasi un terzo – dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società pubbliche non quotate, facendo registrare rispetto ad aprile 2014 (prima acquisizione di dati CERVED) un incremento di 12,6 punti percentuali (da 18,3 a 30,9). In questo intervallo di tempo, le posizioni femminili sono aumentate di 660 unità, a fronte di una significativa diminuzione del numero di consiglieri di genere maschile.»
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