Rifiutare il trasferimento

di Francesca Vinciarelli

25 Ottobre 2017 10:00

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Il rifiuto del trasferimento, ecco quello che bisogna sapere.

Il trasferimento può avvenire solo in alcuni casi specifici, scopriamo i diritti del lavoratore.

Trasferimento per lavoro: quando farlo

Il trasferimento di lavoro non è un alternativa che può sempre essere attuata da un datore di lavoro, il trasferimento deve avvenire seguendo delle regole ben precise emesse dalla legge. L’art. 2013 c.c. specifica infatti che il trasferimento avviene solo in presenza di “comprovate ragioni tecniche organizzative o produttive”. Ma nel dettaglio il lavoratore può essere trasferito solo a patto e condizione che il datore di lavoro riesca a dimostrare:

  •     l’inutilità di quel lavoratore nella sede di provenienza;
  •     la necessità, di contro, della presenza di quello stesso lavoratore, con la sua particolare professionalità, nella sede di destinazione;
  •     la serietà delle ragioni che hanno fatto ricadere la scelta datoriale proprio su quel lavoratore e non su altri che svolgano analoghe mansioni.

In mancanza di quanto enunciato il trasferimento è illegittimo e potrà essere annullato dal giudice. Nel caso in cui le condizioni per il trasferimento non siano presenti, diventa automaticamente illegittimo e può essere annullato dal pretore del lavoro. Il datore di lavoro prima del trasferimento, deve mettere a conoscenza il dipendente per iscritto.

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