Se è vero che il datore di lavoro deve sempre garantire equità e obiettività nella gestione di tutti i suoi dipendenti, non si può negare che a mansioni diverse corrispondano responsabilità diversificate e proprio su queste deve basarsi la valutazione di una condotta irregolare.
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Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26091/17 del 2 novembre 2017), infatti, chiarisce questo punto ribadendo che la scelta di licenziare o meno un dipendente deve tenere conto del suo inquadramento e del livello contrattuale, giudicando di maggiore gravità un comportamento illegittimo portato avanti da una risorsa che svolge un ruolo di responsabilità in azienda.
A parità di condotta illecita, quindi, non sempre può corrispondere una medesima sanzione: tutto dipende dal livello di inquadramento e dalle mansioni svolte dai dipendenti.
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