Il licenziamento senza una giusta motivazione è illecito e per questo il lavoratore può impugnarlo e chiedere risarcimento e reintegro, ecco come e quando.
Un licenziamento ingiustificato
Per le tempistichi i termini per contestare un licenziamento sono entro 60 giorni dalla ricezione della lettera, il dipendente deve presentare richiesta di impugnazione e entro i successivi 180 giorni il ricorso va depositato presso la cancelleria del Tribunale. I termini sono il primo elemento fondamentale da rispettare per impugnare correttamente il licenziamento, anche perchè dopo tali limiti il lavoratore perde il diritto ad impugnare il licenziamento. L’azione giudiziale si intraprende tramite deposito del ricorso davanti al tribunale territorialmente competente e successivamente il giudice del lavoro fissa l’udienza di comparizione delle parti nei 40 giorni successivi. La date dell’udienza deve essere comunicata al datore di lavoro almeno 25 giorni pirma.
Licenziamento verbale: che valore ha?
Nella prima udienza il giudice esaminera le motivazione di entrambe le parti ritirando anche le prove necessarie per l’impugnazione. Il tutto si conclude, inizialmente, con l’emissione da parte del giudice di un’ordinanza di accoglimento o rigetto della domanda. Entrambe le parti possono però opporsi, la domanda di opposizione deve avvenire entro 30 giorni dalla notifica dell’ordinanza stessa. Dopo tale opposizione il giudice fissa una seconda udienza di comparizione entro 60 giorni, il giudice sente la parti, ammette le prove e i testimoni ed emette una sentenza di accoglimento o rigetto della domanda. Si può anche inoltrare reclamo davanti alla Corte D’appello, questo viene depositato entro 30 giorni tassativi dalla notifica della decisione del giudice. Infine la sentenza emessa dalla Corte d’Appello circa la legittimità del licenziamento può essere impugnata davanti alla Cassazione che fisserà l’udienza non oltre il termine massimo di 6 mesi dalla data di presentazione del ricorso. Infine la Cassasione rappresenta l’ultima fase di giudizio, davanti tale decisione non si può opporre ricorso.