Il processo di inserimento in azienda (onboarding) delle nuove risorse riveste un’importanza notevole, non inferiore allo stesso iter di selezione. Accogliere al meglio un dipendente appena assunto diventa indispensabile per fidelizzarlo e rendere l’ambiente adatto alle sue aspettative, favorendo la sua lunga permanenza ed evitando di spendere tempo e risorse per avviare una campagna di recruiting.
Avviare una comunicazione aperta e diretta con le new entry si rivela quindi fondamentale, una necessità primaria che non deve essere procrastinata: entro i primi sessanta giorni, ad esempio, potrebbe essere utile incontrare ciascuna nuova risorsa e porre alcune domande mirate a mettere in luce soddisfazioni, aspettative ma anche eventuali criticità. Ecco 5 quesiti rivelatori.
Hai abbastanza tempo per svolgere il tuo lavoro al meglio?
La risposta a questa domanda aiuta a capire se le aspettative aziendali sono in linea con le competenze e le abilità del dipendente.
Cosa può fare l’azienda per aiutarti a crescere e a ottenere più successo nel tuo lavoro?
Un quesito importante per monitorare aspirazioni e prospettive di crescita, tuttavia è bene porlo solo se si è poi disposti a mettere in atto eventuali azioni per raggiungere gli obiettivi elencati.
Quali collaboratori ti sono stati più d’aiuto da quando sei arrivato?
L’obiettivo, in questo caso, è individuare i dipendenti che realmente sono parte attiva nel successo della nuova assunzione.
Il tuo responsabile spiega chiaramente che cosa si aspetta da te?
Da questa risposta si possono anche trarre conclusioni in merito a eventuali conflitti e incomprensioni.
Credi che le tue idee siano apprezzate?
Una domanda che aiuta a fare chiarezza sul livello di soddisfazione del dipendente e sulla sua capacità di mettersi in gioco.