Quali sono i capoluoghi di regione dove famiglie e imprese sono tenute a versare le aliquote fiscali più alte di tutta la penisola? A stilare la “Mappa del fisco locale in Italia” è il Centro studi di Unimpresa basandosi sui dati dell’Agenzia delle Entrate, della Corte dei Conti e del Dipartimento Finanze.
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In cima alla lista delle città più tartassate dal Fisco per quanto riguarda Irap, Irpef, Imu e Tasi compaiono Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Ancona e Campobasso: in particolare nella Capitale si paga il 4,82% di Irap, il 4,23% di addizionali Irpef, l’1,06% di Imu.
Appartengono al secondo gruppo Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Potenza, Trieste e Catanzaro, mentre meno vessati sono gli abitanti di Milano, Cagliari, L’Aquila, Aosta, Trento e Bolzano. Solo Venezia non figura mai tra i centri urbani caratterizzate da aliquote elevate.
«Ci sono troppe differenze a livello territoriale per quanto riguarda il prelievo fiscale – dichiara il vicepresidente di Unimpresa Claudio Pucci – e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa così come gli investimenti delle imprese. Serve un ragionamento complessivo, che il governo dovrà fare quando, auspichiamo al più presto, vorrà lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica.»
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