L’aumento delle assunzioni sul lavoro, emerso in questo inizio anno, non migliorano la situazione per quanto riguarda la povertà in Italia. Il lavoro aumento ma non diminuisce la povertà, la colpa va alle retribuzioni troppo basse, le tipologie di contratti e il costo della vita troppo alto, lasciando così in difficoltà tutte le famiglie italiane. La situazione degli italiani è vivere tra le reali esigenze e le mancate possibilità, andando così ad aumentare le situazione difficili, anche con un lavoro. Per quanto riguarda l’occupazione questo 2018 apre delle speranze notevoli, la disoccupazione sembra diminuire, ma non è in grado però di alzare anche l’economica delle famiglie. I dati parlano di diciotto milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale, il 30% della popolazione residente.
Ma nel dettaglio le famiglie in Italia percepiscono un reddito netto non superiore a 24.522 euro l’anno. Si sviluppa quindi un aumento sia per quanto riguarda l’incidenza di individui a rischio di povertà 20,6%, sia la quota di quanti vivono in famiglie gravemente deprivate 12,1%. Al nord la situazione è migliore in confronto all’alto rischio presente invece nel Mezzogiorno con il 46,9%. Infine per quanto riguarda i nuclei familiari, si parla di un rischio più alto per le famiglie con cinque o più componenti, anche se non sono da meno neanche le famiglie con uno o due componenti, protagoniste di un peggioramento negli ultimi anni.