Per salvarsi da qualsiasi tipo di rifiuto, spesso sul lavoro si utilizzano le bugie, dal curriculum al colloquio e per finire sul lavoro. Tale scelta, anche se apparentemente d’aiuto, danneggia se stessi e la propria carriera sin da subito. In poche parole il tutto nasce per il bisogno di cercare di camuffare aspetti e mancanze, preferendo la strada più facile, delle bugie, che quella più difficile, della formazione.
Nel curriculum sono utilizzare per aumentare misteriosamente la conoscenza delle lingue oppure le esperienze lavorative pregresse, ritrovandosi poi al colloquio a raccontare più una storia che la realtà dei fatti. Nel secondo caso le bugie vengono usate per proteggersi, per evitare mansioni o richieste complicate, per arrivare tardi o uscire prima, bugie utilizzate quando più fa comodo, utilizzando nella maggior parte dei casi fatti inventati o parzialmente inventati. Per molti dire le bugie è una routine naturale che non desta ne pensiero ne paura, bisogna ricordare però che dire una menzogna primo o poi porterà delle conseguenze.
L’esempio più banale è quello in fase di assunzione, mentire infatti aiuterà ad ottenere il posto di lavoro, ma con il tempo le carenze possono rendere il percorso molto più difficile, rendendo così il processo di sviluppo della propria carriera molto più lento. Ma non solo, nella peggiore delle ipotesi non si riuscirà più a sostenere il peso del lavoro scelto ritrovandosi poco dopo dal punto d’inizio. Qualsiasi sia il caso, la problematiche o il luogo, una bugia non è mai una buona idea, essere sinceri non porta riscontri positivi solo sulla propria salute psico fisica, ma anche e sopratutto sulla propria carriera. Essere sinceri oltre ad essere un pregio è anche una grande forza, dimostra professionalità, sicurezza e capacità nel gestire qualsiasi situazione che sia positiva o negativa. Un comportamento apprezzato dal capo se si è dipendenti e dai dipendenti se si è capo.