I lavoratori statali italiani non sono numericamente superiori alla media Ocse, ma a oltrepassare le cifre che caratterizzano gli altri Paesi è la media dell’età anagrafica che corrisponde a più di 55 anni.
Sono dati che emergono dal rapporto “Government at a Glance” stilato dall’Ocse, documento che sottolinea come la percentuale degli over 55 sia pari al 45%, contro il 24% medio Ocse, una situazione che rischia di portare conseguenze negative sulla qualità dei servizi pubblici offerti tenendo conto del futuro pensionamento della maggior parte delle risorse ancora attive.
A occupare una posizione privilegiata, invece, è la componente femminile nella PA che si attesta tra il 51% e il 52%, sebbene ci sia ancora molto da fare per aumentare la presenza rosa nelle posizioni apicali.
Per quanto riguarda le retribuzioni nel pubblico impiego, invece, se i compensi dei dipendenti pubblici con competenze tecniche sono decisamente inferiori alla media Ocse (67.900 dollari lordi annui contro 88.700 dollari), la situazione si ribalta osservando quanto percepito dai dirigenti: i senior manager italiani nel 2015 hanno percepito un compenso medio annuo pari a 395.400 dollari. Pagate più della media sono anche le mansioni di segreteria.
Un altro dato riguarda l’opinione dei cittadini riguardo i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione: nel 2016 solo il 49% degli italiani interpellati ha affermato di essere soddisfatto, puntando il dito contro la scarsa qualità dei servizi sanitari, scolastici e sul sistema giudiziario.
Secondo il report, infine, la PA italiana ha compiuto passi in avanti nella riduzione della spesa pubblica, nel rilascio di open data e nell’introduzione di strumenti per agevolare lo Smart Working.
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